TRADUZIONE GIURATA

La traduzione giurata, o traduzione asseverata o asseverazione è la traduzione di un documento, il cui valore legale si mantiene anche nella lingua di destinazione grazie al giuramento sulla veridicità del testo prestato dal traduttore dinanzi al tribunale, a un giudice di pace o a un notaio.

Affinché una traduzione diventi traduzione giurata, il traduttore, dopo aver svolto la traduzione in modo impeccabile, si presenta di fronte al funzionario del Tribunale per l’asseverazione, la procedura in cui giura che il documento è stato tradotto fedelmente all’originale.

La asseverazione di un documento, o traduzione giurata,  è richiesta sia per i documenti personali (certificati, attestati di studio e patenti) che per i documenti aziendali (atti legali, contratti, lettere di incarico, contrattualistica, verbali di assemblea, certificati camerali, rogatorie, certificati, acquisizioni, proprietà intellettuale, diritto del lavoro, atti giudiziari, arbitrati, pareri legali, regolamenti sulla privacy, fusioni ed acquisizioni, memorie processuali e in tutti i testi dove è necessario un attestato ufficiale da parte del traduttore di una corrispondenza fedele tra il testo tradotto e il testo originale).

La legalizzazione si svolge quando si desidera dare valore legale ad un testo che deve essere inviato  in un paese straniero.

Legalizzazione per Paesi appartenenti alla Convenzione dell’Aja

Per legalizzare un documento per un Paese appartenente alla Convenzione dell’Aja, è sufficiente recarsi presso l’autorità interna dello stato in cui si risiede per ottenere l’Apostille di Legalizzazione sul documento.

Una volta effettuata questa procedura, il documento è ritenuto valido nel paese in cui si desidera farlo valere, anche se redatto in una lingua diversa.

La Convenzione dell’Aja abolisce la legalizzazione di atti pubblici stranieri tra i quali rientrano i documenti rilasciati da un’autorità o da un funzionario dipendente da un’amministrazione dello Stato, un visto di data certa, i documenti amministrativi, un’autenticazione di firma apposti su un atto privato, gli atti notarili, le dichiarazioni ufficiali indicanti una registrazione, mentre la Convenzione non è valida sui documenti redatti da agenti diplomatici o consolari e sui documenti amministrativi inerenti ad un’operazione commerciale o doganale, sui quali si svolge la legalizzazione presso la procura.

Legalizzazione per i Paesi non appartenenti alla Convenzione dell’Aja

Per i paesi che non hanno aderito alla Convenzione dell’Aja è necessaria la legalizzazione da parte della Procura e il visto da parte del Consolato dello Stato straniero.

Ecco come funziona la procedura di legalizzazione:

prima di tutto il documento deve essere asseverato;

dopo di che, il documento viene portato in Procura dove  si attesta l’autenticità della firma del cancelliere e si legalizza la firma con un apposito timbro.

La legalizzazione delle firme non è necessaria per gli atti e i documenti rilasciati nelle Ambasciate e Consolati aderenti alla Convenzione Europea di Londra del 7 giugno 1968: Austria, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, Svizzera e Turchia.